transazione ecologica

Qualche parola di verità sul Ministro della Transazione Ecologica

di Luca Saltalamacchia

Qualche giorno fa, il Ministro della Transazione Ecologica Roberto Cingolani ha dichiarato in una intervista che sono stati “centrati tutti gli obiettivi. Questa nuova fase non ha più bisogno di me”.

Qualcuno si è illuso che il Ministro si facesse da parte; molti hanno fatto del sarcasmo ritenendo che la transizione ecologica non fosse nemmeno iniziata. Alla base di questi commenti vi è però un grande malinteso: Cingolani ha davvero centrato tutti gli obiettivi che gli erano stati dati.

E’ stato infatti scelto per trasformare la transizione ecologica in una “transazione”; e ci è riuscito, direi, brillantemente.

Non tutti sanno che Cingolani, prima di essere nominato Ministro, ha avuto il merito di ridefinire il concetto di “sviluppo sostenibile”, un concetto che per decenni ha indicato quel tipo di sviluppo in grado di soddisfare sia le esigenze delle persone viventi, sia quelle delle generazioni future, necessariamente – quindi – ancorato al rispetto dell’ambiente.

Cingolani è diventato Ministro perché ha ridefinito il concetto dichiarando che la sostenibilità “non è un concetto esclusivamente ambientale, ma un grande compromesso che interseca società, finanza e tecnologia in maniera adattiva, dipendentemente dall’ambito nel quale essa viene perseguita”.

Nella migliore tradizione di Confindustria, secondo cui la tutela dell’ambiente è una zavorra per l’economia, al Neoministro Cingolani il Governo dei Migliori ha demandato di agire per l’affossamento della transizione ecologica. Così, appena nominato, egli ha firmato ben sette decreti di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) relativi ad altrettante concessioni per la perforazione sia su piattaforma sia onshore.

Insomma, non abbiamo dovuto attendere molto per capire i veri motivi per cui era stato scelto, motivi poi rafforzati da una serie di dichiarazioni che qui rapidamente elenchiamo, e che non lasciano dubbio alcuno.

1) “La transizione ecologica potrebbe essere un bagno di sangue”.

Solo a me fa venire la pelle d’oca che il Ministro della Transizione Ecologica ha definito così l’obiettivo principale del suo Dicastero?

Nemmeno Trump e nemmeno Bolsonaro, certamente poco sensibili alle istanze ambientalisti, hanno mai osato tanto. Perché un bagno di sangue?

Forse perché si perdono posti di lavoro?

Se ne creeranno altri, come tutti gli studi di settore (tra cui quelli dell’OCSE) indicano oramai da tempo.

Forse perché alcune imprese dovranno chiudere o riconvertirsi?

Bene; sono le stesse imprese che da anni percepiscono i Sussidi Ambientalmente Dannosi (quasi 35 miliardi di euro nel 2020); per me il vero “bagno di sangue” è la scelta dello Stato di togliere risorse al welfare, all’istruzione e alla sanità per sostenere chi sta distruggendo l’ambiente dove viviamo.

2) “Milioni di famiglie sul lastrico”.

Cingolani non si riferisce alle famiglie con i redditi più bassi colpite da un prelievo fiscale assassino ed iniquo, dalla mancanza di lavoro, dalla inefficienza dei servizi essenziali e dagli effetti della pandemia.

Si riferisce alle famiglie dell’indotto delle fabbriche di auto (secondo lui, sarebbero milioni…): “Non si può ridurre la CO2 chiudendo da domani le fabbriche di auto e mettendo sul lastrico milioni di famiglie”.

Sono anni che gli scienziati avvertono che bisogna tagliare i gas serra; e sono anni che i decisori politici ignorano tali avvertimenti. E’ compito di un Ministro gestire nel modo migliore e nei tempi giusti la riqualificazione dei settori nocivi per la salute umana e per il Pianeta, non quello di tutelare chi ci ha portato nella emergenza climatica.

La COva tagliata ed un Ministro dovrebbe solo scegliere in che modo tutelare i lavoratori e le imprese.

3) “C’è un problema di sostenibilità di un ecosistema che è quello del pianeta progettato per 3 miliardi di persone”.

Frase interessante, ma monca.

Cingolani sa qualcosa che noi non sappiamo. Ad esempio, chi ha progettato il Pianeta, quando è stato fatto il collaudo, dove sono gli schemi di calcolo che producono il risultato dei “tre miliardi di persone”…

Ma poi, quali persone? Nigeriani o statunitensi? Bambini o adulti?

La verità è che c’è posto per decine di miliardi di persone se consumano poco ed in modo responsabile, e qualche centinaio di milioni se consumano tanto e sprecano.

Senza contare che – a parte la quantità di beni consumati – bisognerebbe valutare tante altre variabili, come ad esempio se il tutto avviene all’interno di una cornice di economia “circolare” oppure no.

Su, Cingolani, condividi con noi le tue fonti!

4) L’energia nucleare .

Il Ministro ha fatto ricorso a fantomatici reattori atomici “di nuova generazione” che renderebbero vantaggiosa l’energia nucleare, che “sarebbe da folli non considerare”.

Sfugge al Ministro che la maggior parte dei paesi (da ultimo la Germania) hanno deciso di spegnere gradualmente i loro reattori, anche perché l’elettricità atomica ha un costo elevatissimo.

Non solo. Ma dove sono, caro Ministro, questi reattori di nuova generazione? Li abbiamo?

Assolutamente no. Ci vorranno trenta, forse quaranta anni per attivarli. E nel frattempo cosa facciamo? Continuiamo a fare affidamento sui combustibili fossili?

Al di là dei problemi collaterali (garantire la sicurezza delle centrali, smaltire correttamente le scorie e gli impianti chiusi), investire oggi in questa tecnologia di produzione di energia è una contraddizione rispetto alla necessità di fronteggiare l’emergenza climatica, che richiede un cambio di rotta immediato.

Inoltre, puntare sul nucleare sarebbe un vero e proprio suicidio economico, visto che attualmente ogni kWh di energia elettrica prodotto dal nucleare è molto più costoso dell’energia prodotta dal fotovoltaico o dall’eolico: secondo il World Nuclear Industry Status Report, nel 2020 la produzione di 1 kWh di elettricità con il fotovoltaico è costato in media nel mondo 3,7 centesimi di dollaro, 4 centesimi con l’eolico e 16,3 centesimi con gli impianti nucleari di ultima generazione.

5) “I social producono il 4% dell’anidride carbonica che viene immessa in atmosfera”.

A più riprese ed in più occasioni Cingolani ha rimbalzato questo dato, che però è manifestamente errato. La fonte è un report del marzo 2019 pubblicato da The Shift Project, che però faceva riferimento non ai “social”, bensì all’intero comparto delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione digitali, i quali insieme arrivavano a produrre il 3,7% delle emissioni globali.

Ma cosa rientra in questo comparto?

I social network non vengono neppure menzionati, mentre risultano presi in considerazione i computer, gli smartphone, le reti di telecomunicazioni, i data-center, le televisioni e gli elettrodomestici contenenti sensori destinati alla connessione (l’“internet of things”).

6) “Ambientalisti radical chic, oltranzisti, ideologici, sono peggio della catastrofe climatica”.

Questo è un vero e proprio insulto, che il Ministro ha diretto alle voci critiche, a coloro che – a differenza sua – hanno a cuore la transizione ecologica, a coloro che non si rassegnano che l’ecologia possa essere “svenduta”, oggetto di una transazione commerciale. Come invece sta accadendo grazie all’operato del Ministro Cingolani.

Beninteso, il mondo ambientalista è pieno di contraddizioni, di infiltrati, di gente in cerca di visibilità; ma un Ministro che si rispetti non può assolutamente lanciare una crociata contro un mondo che dovrebbe sentire vicino, peraltro utilizzando un lessico improprio.

Vuoi vedere che la causa di tutto sono gli ambientalisti?

O, forse, il vero problema sono i risultati scarsissimi nella tutela della stabilità climatica e della integrità dell’ambiente?

In effetti, sul punto dei risultati, questi sono gli obiettivi raggiunti dal Ministero della Transizione Ecologica:

– nel 2020 sono stati erogati 35,6 miliardi di Sussidi Ambientalmente Dannosi e non esiste ancora una normativa che ne prevede il graduale smantellamento;

– il 2021 si è chiuso senza l’aggiornamento del Piano Nazionale Energia e Clima, senza l’approvazione del Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici, senza una Legge che disciplini l’adattamento urbano alle conseguenze dei cambiamenti climatici, senza una Legge contro il consumo di suolo;

– nel 2020 le energie rinnovabili soddisfano una quota pari a circa il 20% del fabbisogno nazionale (dati Terna);

– il nostro Paese mantiene ad oggi una eccessiva dipendenza dall’uso del gas (il cui prezzo si è quintuplicato in pochi mesi). Come ha fatto notare il vicepresidente della Commissione Europea Frans Timmermans, è proprio questo aspetto, unito al grave ritardo nell’esecuzione del Green Deal, che ha fatto impennare i costi delle bollette;

– il più climalterante tra i combustibili fossili, cioè il carbone, continua ad essere utilizzato massicciamente;

– le nostre coste sono state colpite per la prima volta dai “Medicane” (gli uragani del Mediterraneo);

– secondo un monitoraggio eseguito dalla Coldiretti su dati Isac Cnr, l’estate 2021 in Italia ha visto 1.300 eventi climatici estremi (nubifragi, bombe d’acqua, trombe d’aria, grandinate e tempeste di fulmini), una media di più di 14 eventi estremi al giorno lungo tutta la Penisola;

–  non è stato approvato il PITESAI (Piano per la Transizione Energetica Sostenibile delle Aree Idonee), che avrebbe dovuto selezionare quali progetti di trivellazione confermare e quali bloccare, con la conseguenza di fornire il via libera a 63 trivellazioni (che erano state sospese);

– sono state previste alcune semplificazioni (cancellando la necessità di munirsi di un’apposita autorizzazione) per lo smaltimento di rifiuti a discapito della salvaguardia dei livelli di tutela ambientale, tra cui la possibilità per chi ha un impianto di combustione (ad esempio, i cementifici) di bruciare i combustibili fossili secondari con una semplice autodichiarazione;

– non si è intervenuti sulla rete idrica nazionale, fonte inesauribile di spreco della preziosissima risorsa che è l’acqua.

In altre parole: compito assolto, caro Ministro!

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